di Francesco Saverio Coppola

Da tempo si registra in Italia un abbassamento del livello della democrazia, indicatore principale l’astensionismo elettorale, che dimostra sempre più il maggior distacco dalla cosa pubblica della gente. La solidarietà e la coesione, pilastri fondamentali del nostro vere civile, vengono messi in discussione, esaltando lep diseguaglianze. Perché questo avviene? Essere conservatori o riformisti, in questo contesto dimostra di avere poco valore. Che senso ha oggi parlare di conservatori o riformisti in un mondo che camia e che induce continuano cambiamenti e innovazioni negli stili di vita e nelle idee. Perché é venuto meno l’ascolto delle esigenze delle persone e dei territori. La politica é diventata astratta, tratta temi frutto di scelte elitarie, di intellettualismo esasperato o di errate priorità che non trovano consenso nel comune sentire della gente.  Da tutto questo nascono i movimenti civisi intesi a rivendicare l’esercizio di una volontà rappresentativa che non trova più corrispondenza nelle leggi elettorali. Purtroppo i padri fondatori della Costituzione un po’ per volontà, un po’ di insipienza non fissarono in Costituzione alcuni cardini per progettare leggi elettorali

 Leggi elettorali che negli anni sono state utilizzate da gruppi politici per perpetuare il loro potere, ma anche per assicurare la fedeltà dei propri sostenitori. Il civismo sicuramente può assicurare a livello dei singoli territori una buona amministrazione e un corretto equilibrio normativo e finanziario fra centro e periferia, in questa linea erano sicuramente don Sturzo, ma anche Guido Dorso. Tuttavia gli interessi civici se espressione di territori omogenei, possano essere portatori di una politica più ampia che un media rappresenta bene i voleri della gente. Il civismo diventa poco significativi se vuole rappresentare territori fra loro diseguali, in tal caso la media finisce per non essere rappresentativa delle volontà. È possibile un civismo italiano che accomuni le diverse realtà del paese?

Direi di no, sicuramente molto temi e problemi importanti finirebbero per essere trascurati. Sarebbe difficile trovare un massimo comun divisore, invece prevarrebbe un minimo comune multiplo. Minimo comune multiplo che diventa sicuramente un moltiplicatore di spesa pubblica, dove i numeri più grandi prevalgono si quelli più piccoli. Non dimentichiamo che alla base del leghismo vi sono forme avanzate ed esasperate di civismo. Ben vengano le istanze civiche, ma la politica del Paese deve essere unitaria e non la somma di campanili. Serve una forte integrazione e coesione, garantendo fra enti centrali e locali un giusto equilibrio normativo e finanziario per una corretta, efficiente ed efficace amministrazione locale.